Donne più sensibili ai cancerogeni del tabacco

di Arturo Zenorini


Le donne sarebbero più vulnerabili, rispetto all’uomo, agli effetti cancerogeni del fumo di tabacco. Lo rivela uno studio presentato nei giorni scorsi a Lugano (Svizzera), durante la Conferenza multisciplinare europea sull’oncologia toracica (Emtco). Un’équipe di ricercatori elvetici ha studiato 683 pazienti con cancro polmonare che si erano rivolti al centro oncologico di San Gallo tra il 2000 e il 2005 e ha verificato che le femmine tendono a essere più giovani dei maschi quando sviluppano la neoplasia, sebbene abbiano fumato in media significativamente meno rispetto agli uomini. «I nostri risultati» afferma Martin Frueh, prima firma del lavoro «suggeriscono che le donne possano avere un’aumentata suscettibilità alle sostanze cancerogene del tabacco».

Nei primi anni del Novecento, si è fatto notare durante il congresso, il cancro polmonare era descritto come raro nella donna, ma dal 1960 è progressivamente cresciuto raggiungendo proporzioni epidemiche, diventando la principale causa di morte da cancro nelle donne negli Usa. Ma ci sono anche notizie postitive: altri ricercatori hanno presentato dati che mostrano come la donna tenda a stare meglio, rispetto all’uomo, dopo la rimozione chirurgica di un tumore polmonare. Ricercatori irlandesi guidati da Bassel Al-Alaao, infatti, hanno studiato per un periodo di oltre 10 anni 640 pazienti (239 donne), ai quali era stato rimosso chirurgicamente un cancro del polmone non a piccole cellule e hanno verificato che la sopravvivenza media post-chirurgica era di 2,1 anni per i maschi e di 4,7 anni per le femmine.


Da GdM on line del 05.05.09