EFFETTI NOCIVI DEL FUMO PASSIVO
(Marzo 2007)
In
questo numero di Passaparola
pubblichiamo un estratto del “Libro verde” presentato dalla Comunità Europea il
30.01.07 a Bruxelles. Si tratta di uno studio che esamina gli effetti,
provocati dal fumo passivo, sulla salute e sull’economia.
Le conseguenze per la salute
dell’esposizione al fumo passivo
Il fumo di tabacco presente
negli ambienti contiene oltre 4000 sostanze chimiche, di cui più di 50 sono
riconosciute come cancerogene e molte sono agenti tossici. Non è stato
possibile determinare una soglia di esposizione al di sotto della quale il fumo
passivo sia da considerarsi privo di rischi né si ritiene probabile che nuove
ricerche, in futuro, permettano di stabilire tale soglia. Il fumo passivo è stato
classificato come noto agente cancerogeno per l’uomo dall’Agenzia per la
protezione dell’ambiente degli Stati Uniti nel 1993, dal Dipartimento della
Sanità e i servizi sociali degli Stati Uniti nel 2000 e dall’Agenzia
internazionale per la ricerca sul cancro dell’OMS nel 2002. Inoltre, è stato classificato
come agente cancerogeno sul luogo del lavoro dai governi finlandese (2000) e
tedesco (2001). Recentemente, l’Agenzia per la protezione dell’ambiente della
California ha classificato il fumo di tabacco un “inquinante tossico
dell’aria”. Vari studi hanno confermato i gravi rischi che il fumo passivo
comporta per la salute e la vita. E’ stato accertato che l’esposizione cronica
al fumo passivo causa molte delle stesse malattie provocate dal fumo attivo,
tra cui il cancro del polmone, malattie cardiovascolari e malattie
dell’infanzia. Da uno studio realizzato dall’Agenzia internazionale per la
ricerca dell’OMS risulta che il rischio di ammalarsi di cancro del polmone è
più elevato del 20-30% per i non fumatori che vivono con un fumatore e del
12-19% per le persone esposte al fumo passivo del luogo di lavoro. Meno
evidente è il nesso di causalità tra l’esposizione al fumo passivo e altri tipi
di cancro. E’ stato dimostrato che il rischio di cardiopatie coronariche è
maggiore del 25-30% per i non fumatori che vivono con un fumatore (e uno studio
recente indica che questa cifra potrebbe
in realtà essere più elevata). Dati sempre più numerosi sembrano inoltre
dimostrare un nesso causale tra fumo passivo e ictus cerebrale nei non
fumatori, anche se ulteriori ricerche sono necessarie per una stima di rischio.
Il fumo passivo è all’origine di malattie respiratorie ed è anche una fonte
importante di esacerbazione dell’asma, delle allergie e delle pneumopatie
ostruttive croniche, che ha come conseguenza l’esclusione sociale e
professionale. Secondo una recente indagine paneuropea, uno dei massimi
desideri per il futuro espressi dalle persone affette da asma grave è quello di
poter respirare aria sana. Il fumo passivo è particolarmente pericoloso per i
bambini ed è associato alla morte improvvisa del lattante, alla polmonite, alla
bronchite, all’asma a ai sintomi respiratori e alle patologie dell’orecchio
medio. L’esposizione al fumo passivo durante la gravidanza può avere come
conseguenze una riduzione del peso della nascita, un aborto spontaneo o un
parto prematuro. Le ricerche più recenti indicano che l’esposizione al fumo
passivo determina un rischio quasi doppio di contrarre la degenerazione
maculare senile, prima causa di perdita della vista nell’UE. Per La maggior
parte degli effetti nocivi per la salute del fumo passivo si osserva una
relazione dose-risposta lineare, ossia il rischio aumenta proporzionalmente
all’esposizione. Rispetto al fumo attivo il livello di rischio individuale è
inferiore (per esempio 1,2 contro 20 per il cancro del polmone). Tuttavia, dato
il gran numero di persone esposte, il carico di morbosità è elevato. Inoltre,
per le cardiopatie la relazione dose-risposta è non lineare. Il fumo passivo comporta
un rischio di cardiopatie che è pari quasi al 50% di quello a cui è soggetto
chi fuma 20 sigarette al giorno. Anche quantità molto piccole di fumo di
tabacco possono avere effetti immediati sulla coagulazione e sulla formazione
di emboli ed effetti a lungo termine sullo sviluppo dell’arteriosclerosi, tutti
fattori importanti nelle malattie cardiache. Le conseguenze sono rilevanti: le
malattie cardiache costituiscono nell’Unione Europea la principale causa di
decesso, tra i fumatori come tra i on fumatori. Secondo le stime (prudenti) più
recenti, elaborate congiuntamente dalla Società europea di pneumologia (
European Respiratory Society), dalla Fondazione britannica per la ricerca sul
cancro (Cancer Research UK) e dall’Institut National du Cancer in Francia, il
fumo passivo causa ogni anno nei 25 paesi dell’UE la morte di oltre 79.000
adulti. E’ dimostrato che il fumo passivo nel luogo di lavoro nel
Livelli d’esposizione
I principali luoghi di
esposizione cronica e intensa al fumo passivo sono la casa e il luogo di
lavoro. Secondo il rapporto del 1998 del Sistema informativo sull’esposizione
professionale agli agenti cancerogeni (CAREX), il fumo passivo era nei 15 paesi
allora appartenenti all’Unione europea la seconda forma più comune di esposizione
d agenti cancerogeni (dopo la radiazione solare). Negli anni 1990-93 circa 7,5
milioni di lavoratori europei erano esposti al fumo passivo durante almeno il
75% del loro tempo di lavoro. Da un’inchiesta svolta nel 2001-
Effetti di un’iniziativa antifumo
Un’iniziativa a favore di ambienti senza fumo avrebbe come effetto, oltre a quello di proteggere la popolazione dai danni provocati dall’esposizione al fumo passivo, quello di ridurre il consumo complessivo di tabacco. La riduzione del fumo passivo e attivo avrebbe come conseguenza una riduzione delle malattie e della mortalità causata da patologie quali il cancro del polmone, le cardiopatie coronariche, le malattie respiratorie e le malattie cerebrovascolari, e quindi un aumento della speranza di vita. Anche se ci vorranno fino a 30 anni perché si manifestino interamente gli effetti benefici per la salute, miglioramenti sensibili, in particolare della salute respiratoria e cardiovascolare, potrebbero aversi nel giro di 1-5 anni. Il progetto CHOICE dell’OMS considera il divieto di fumare nei luoghi pubblici come la seconda forma più efficace, dopo gli aggravi fiscali, per ridurre la mortalità e la morbosità dovute al tabagismo.
(Dal “Libro Verde” presentato dalla
Commissione Europea - Bruxelles, 30.01.07)
Dott. Regolo RICCI