Come prevenire gli incidenti

(Luglio 2008)

(II parte)

La causa di molti incidenti stradali è da ricercare nell’abuso di alcune sostanze e nella presanza di malattie o di situazioni di stress che possono compromettere l’attenzione durante la guida. In Italia vi sono circa quattro milioni di persone che sono consumatori eccessivi di alcool, di cui un milione è alcool-dipendente. Tra il 30 e il 50% degli incidenti stradali è causato da assunzione di alcool. Il rischio aumenta esponenzialmente con l'aumento dell'alcolemia, dai 50 mg /100 ml, considerato stato di ebbrezza. Il rischio è limitato tra 50-80 mg/100 ml fino ad arrivare a un rischio 380 volte più elevato di un soggetto sobrio, in chi guida in ore notturne del fine settimana, con alcolemia di 150 mg/100 ml. A parità di alcool ingerito, il rischio aumenta con il diminuire dell’età del conducente e quanto è minore la frequenza di consumo abituale. Con un’alcolemia di 70 mg/100 ml si passa da un rischio tra uno e due in soggetti con frequenza di assunzione settimanale a un rischio tra sette e nove per assuntori occasionali, come possono essere giovani che partecipino saltuariamente a una festa con distribuzione di alcolici. (fonti: Ministero della Salute e Istituto Superiore Sanità). L’alcool riduce le capacità e i tempi di reazione già a livelli molto bassi di alcolemia e il calo di prestazione è più rapido quanto più aumenta l'alcolemia. Le generazioni di guidatori più giovani sono interessate al problema dell'assunzione di droghe e ai loro effetti sulla guida. Le sostanze psicoattive voluttuarie influenzano le capacità di guida a causa dei loro effetti sul Sistema Nervoso Centrale (SNC) che possiamo distinguere in psicolettici (depressivi del SNC, ad es. oppiacei), psicoanalettici (stimolanti del SNC, ad es. amfetamine e cocaina) o psicodislettici (che causano distorsione della percezione, ad es. cannabinoidi e allucinogeni). Attenzione, concentrazione e risposta agli stimoli quindi sono modificati, a volte ridotti, a volte esasperati per un'eccessiva fiducia nelle proprie capacità o per aumento dell'aggressività e sottostima del rischio, soprattutto con cocaina ed amfetamine. L'associazione di più sostanze, poi, causa gravi effetti anche per livelli nel sangue limitati. Un altro aspetto da tener presente è che i colpi di sonno, spesso considerati alla base di incidenti stradali, possono intervenire a causa dell’improvvisa riduzione dell’effetto delle sostanze stimolanti o all’azione prolungata di sostanze che deprimono il SNC. Alcuni farmaci compromettono l’attuazione di azioni (attenzione, coordinazione senso-motoria, vigilanza, visiva, cognitiva, ecc.) correlate alla guida. L’assunzione di anticolinergici, antidepressivi, barbiturici, benzodiazepine, ipnotici, antistaminici e neurolettici può provocare disabilità alla guida. Gli antistaminici (farmaci che sono utilizzati per le allergie ed il prurito) insieme ad ormoni e farmaci cardiovascolari, meritano una particolare attenzione per il loro accertato effetto sedativo e non vanno associati a bevande alcooliche, anche a distanza di ore, per evitare il potenziamento degli effetti collaterali, oltre alla riduzione dell'efficacia dei farmaci stessi. E’ compito del medico avvertire il paziente sui possibili effetti dei farmaci che assume, anche se i rischi rilevati non sono generalmente troppo elevati.  Numerose condizioni psico-fisiche legate a patologie o deficit fisici che possono affliggere i conducenti possono aumentare il rischio di incidente stradale. La maggior parte di esse sono oggetto, in Italia, di una particolare disciplina per la concessione o revisione della patente. I pazienti con diabete insulino-dipendente sembra che non siano coinvolti in un numero di incidenti superiore a quello della popolazione generale. I rischi maggiori sono quelli legati all'ipoglicemia, ma negli ultimi anni il miglioramento delle terapie ha consentito una riduzione del numero di queste complicanze. Nell’ambito delle patologie cardiovascolari i soggetti con aritmie e valvulopatie hanno un aumento del rischio di incorrere in incidenti, non documentabile in pazienti con pregresso infarto del miocardio che presentano un rischio minore della popolazione di controllo. I soggetti affetti da epilessia hanno rischio relativo modesto rispetto alla popolazione generale. Nella malattia di Parkinson, dopo cinque anni dalla diagnosi, circa il 60% dei pazienti ha deficit facilmente identificabili di incompatibilità con la guida, mentre nella demenza tipo Alzheimer, di difficile identificazione e valutazione negli stadi iniziali, il rischio è nettamente aumentato. Infine nei soggetti affetti da sleep apnea è documentato un maggior rischio di incidenti. Il colpo di sonno causa ogni anno dall'1% al 3% di tutti gli incidenti ed il 4% di quelli mortali. Diversi sono i fattori che lo favoriscono: stili di vita e esigenze lavorative che comportino veglie prolungate con conseguente riduzione delle ore di sonno sono da considerarsi comportamenti a elevato rischio. Molti farmaci come ipnotici benzodiazepinici ed ansiolitici, antistaminici, alcuni antipertensivi e antidepressivi e l’alcool influiscono negativamente sui livelli di vigilanza. La loro associazione anche con piccole quantità di alcool è estremamente pericolosa. I disturbi del sonno che comportano una eccessiva sonnolenza diurna causano incidenti stradali con una frequenza da 1,5 a 4 volte maggiore rispetto agli altri.

 

(da: Univadis, Approfondimenti a cura di Danilo Cadomosti)