Inquinamento
(Marzo 2008)
(I parte)
Per occuparsi di
salute bisogna interessarsi non solo delle persone ma anche dell’ambiente in
cui esse vivono. Il
nostro organismo, per funzionare al meglio necessita di aria non inquinata
composta da diverse sostanze che si mescolano tra di loro. Si parla di
inquinamento atmosferico, quando nell’aria sono presenti sostanze normalmente
assenti o in proporzione alterata. Questo fenomeno può determinare un effetto
negativo sulla salute degli uomini, degli animali e dei vegetali.
L’inquinamento che si verifica negli spazi aperti è detto esterno (outdoor),
quello che si verifica in luoghi chiusi quali uffici, case etc. è detto interno
(indoor). Gli effetti sulla salute, dovuti all’inquinamento, possono essere di
piccola entità e reversibili come semplici irritazioni. Possono, però, anche
agire peggiorando malattie croniche quali quelle respiratorie ed addirittura
avere effetti gravissimi facilitando l’insorgenza di tumori maligni. Purtroppo il quadro che si va delineando non è dei più
confortanti per gli abitanti della Terra. Ormai bisogna confrontarsi con la
massiccia degradazione dell’ambiente naturale che ha provocato il declino della
qualità di vita. L’uomo con il suo comportamento, ha favorito un eccessiva
urbanizzazione e determinato l’inquinamento dei mari e dei fiumi provocando l’estinzione
di specie animali e vegetali. Per vivere l’uomo ha bisogno di respirare e di
nutrirsi ma questo deve avvenire in un ambiente sano perché aria ed alimenti
inquinati possono provocare malattie letali. La sopravvivenza di tutti gli
organismi deriva dall’energia fornita dal cibo. Sulla terra arriva l’energia
solare sotto forma di luce. Le piante, definite organismi autotrofi, sono in grado di trasformare, attraverso un
processo definito fotosintesi, l’energia luminosa in energia chimica. Questa
reazione porta alla formazione di materiale nutritivo per le piante ed
emissione di ossigeno nell’ambiente. Gli animali, detti organismi eterotrofi, non sono in grado di produrre direttamente
sostanze per la propria alimentazione, ma devono assumerle indirettamente o
direttamente dall’esterno. E’ fondamentale quindi che né l’aria né gli alimenti
siano inquinati dai comportamenti scorretti dell’uomo, per non provocare gravi
danni all’organismo. L’uomo però non ha avuto, nel corso dei secoli, un gran
rispetto per la natura e già ai tempi dell'Impero Romano cominciava a pagarne le
conseguenze. Alcuni studiosi, infatti, ritengono che un ruolo importante nella
caduto dell’impero, l’abbia avuto l'utilizzo del piombo di cui i romani, negli
ultimi 300 anni, fecero un uso eccessivo apprezzandone i lati positivi ma non
conoscendone i lati negativi. Il piombo, non solo era usato nella realizzazione
di posate e recipienti utilizzati in cucina, ma anche per sofisticare il vino.
I romani, infatti, passarono dalla conservazione del vino nei vasi di
terracotta alla conservazione in recipienti di piombo, o di bronzo ma rivestiti
comunque da una sottile lamina di piombo. Questo tipo di conservazione era
utilizzato perché conferiva un particolare sapore al vino, apprezzato dai
buongustai. Affinché il processo si attuasse, però, bisognava aspettare molto
tempo. Per favorire il processo si aggiungeva al vino giovane, della finissima
polvere di piombo. Queste manipolazioni, con le ripetute libagioni (l’alcol
favorisce l’assorbimento di piombo da parte dell’organismo), furono causa di intossicazione
da piombo tra i cui effetti si annovera la depressione, l’emicrania,
l’irrequietezza, l’irritabilità, la difficoltà di concentrazione,
l’indebolimento della memoria, l’insonnia, le allucinazioni, la debolezza e i
dolori muscolari, la nausea e le indigestioni. Le gengive possono diventare
bluastre, può manifestarsi anche paralisi delle estremità, cecità, disturbi
mentali e persino follia. L’intossicazione può causare anche impotenza
maschile, sterilità e anemia. Queste patologie si manifestavano principalmente
tra le
famiglie patrizie dei ricchi imperatori e la classe dirigente che furono
decimate dalle intossicazioni di piombo. Nella popolazione più agiata,
abbondavano, epilettici, gottosi, sterili, pazzi col delirium tremens, delirio
di persecuzione, megalomania, paranoia o esaltato misticismo. I poveri, che non potevano permettersi lussi da
buongustai, erano più al riparo, ma non erano loro ad avere incarichi di
comando o amministrativi, che invece erano nelle mani di persone troppo
occupati ai piaceri della vita piuttosto che al buon governo. Anche i tubi
delle condutture di acqua che vediamo ancora a Pompei nelle case ricche, erano in
lamine battute di piombo, pertanto anche attraverso le tubature si assumevano
residui di piombo. Cosa che, sino a qualche anno fa, accadeva
anche nelle nostre case servite da reti idriche formate da tubi di piombo. Oltre all’uomo, anche le altre specie viventi hanno il
problema di alimentarsi ed eliminare sostanze potenzialmente inquinanti,
tuttavia, riescono ad integrare meglio le loro esigenze con quelle della
natura. Specialmente se le loro abitudini non sono manipolate dall’uomo come
avviene ad esempio, quando molti animali vengono circoscritti in spazi
ristretti e si verifica il problema dello smaltimento di liquami o altri
rifiuti tossici che potrebbero finire nel ciclo alimentare attraverso
l’inquinamento dell’acqua. La disattenzione verso l’ambiente, ha provocato con
il tempo la contaminazione delle riserve idriche del pianeta da
parte di un numero crescente
di metalli pesanti, scorie velenose, pesticidi, sostanze chimiche usate in
agricoltura e dalla grande industria. L’aria è stata sempre di più inquinata
dai fumi delle ciminiere di milioni di abitazioni ed industrie, dai gas di
scarico dei motori a scoppio, mentre gli oceani sono diventati una discarica di
sostanze nocive per la flora e fauna ittica creando una grave minaccia per la
catena alimentare. Il consumo di pesci pescati in mare, laghi o in corsi
d’acqua alimentati da precipitazioni acide o inquinate da scarichi industriali,
ci espone a concentrazioni eccessive di piombo, alluminio, mercurio, cadmio,
nichel ed altri metalli pesanti. E’ evidente che per tenere sotto controllo
l’inquinamento, è necessario l’intervento dei governi a livello mondiale per
trovare un equilibrio tra le necessità evolutive dell’uomo e la salvaguardia
dell’ambiente. Tutti, però, possiamo impegnarci quotidianamente adottando
abitudini di vita che rispettino l’ambiente e quindi noi stessi ed i nostri
cari. E’ da pochi anni che le associazioni ambientaliste sono riuscite a
sensibilizzare l’opinione sul problema dell’inquinamento e tutti siamo a
conoscenza, ormai, dei comportamenti da adottare per rispettare l’ambiente. Per
citarne alcuni possiamo pensare ad un motore acceso inutilmente per troppo
tempo. La combustione di materiali di rifiuti quali ad esempio le gomme delle
auto. L’utilizzo delle fognature per eliminare sostanze quali residui tossici
di lavorazioni industriali ma anche domestiche. Il fumo di sigarette che
costringe a respirare sostanze nocive anche a quelli che non vogliono fumare.
L’utilizzo di materiale da costruzione che produce polveri tossiche. Fondamentale
sarebbe la raccolta differenziata dei rifiuti che faciliterebbe la loro
eliminazione. Anche per l’inquinamento come per altre cause che determinano un
pericolo per la salute, non è utile l’allarmismo eccessivo e non servono
proclami contro ogni innovazione tecnologica. D’altra parte l’uomo e tutte le specie
viventi, per i loro processi vitali hanno bisogno di energia e per produrla,
devono necessariamente emettere dei prodotti di rifiuto. Il vero problema
dunque, è fare in modo che le sostanze emesse nell’ambiente, non alterino
eccessivamente l’ecosistema e che possano essere in massima parte biodegradate.
Occorre quindi individuare quali siano le sostanze più dannose e da quali
processi di trasformazione si originano in modo da intervenire per cercare
fonti energetiche alternative o, per lo meno attuare misure per limitare
l’impatto ambientale negativo delle scorie provenienti da attività domestiche,
agricole ed industriali.
Dott. Regolo RICCI