Lavoro e stress
di Regolo RICCI
L’Italia è una repubblica fondata
sul lavoro. Il lavoro nobilita l’uomo. La libertà economica è la
condizione necessaria della libertà politica (Einaudi). Espressioni,
queste, che attestano come il lavoro sia importante. Da sempre, l’uomo si è
dato da fare, ha lavorato, per migliorare la sua condizione economica e
sociale. La possibilità di lavorare, di produrre, da' dignità alle persone
perché permette loro di essere autosufficienti
economicamente e di sentirsi gratificate per la possibilità di fare qualcosa di
utile alla società. Il modo di lavorare, però, è cambiato notevolmente negli
ultimi anni. Siamo passati da un lavoro prevalentemente basato sull’attività
fisica, di movimento, ad un lavoro sedentario dove la parte fisica è svolta dalle
macchine. Sembrerebbe che da questa trasformazione il nostro stato di salute ne
abbia tratto grosso giovamento. Il nostro organismo, infatti, lavora di meno e
quindi dovrebbe usurarsi di meno. In effetti, le cose non stanno proprio così.
Intanto, una vita troppo sedentaria, favorisce un buon numero di malattie.
Inoltre, le diverse tipologie di lavori che si sono sviluppate e l'introduzione
delle nuove tecnologie, prevedono un approccio diverso rispetto a quelli
tradizionali. Cosa che che non tutti i lavoratori hanno assorbito subito e
bene. Inoltre, per lungo tempo, siamo stati abituati a pensare al lavoro come a
qualcosa di stabile, che dava sicurezza economica, sino alla pensione. Oggi
invece si parla di contratti a termine,
collaborazioni occasionali, precariato e
purtroppo, sempre più, di disoccupazione. Questi cambiamenti creano uno stress
psicofisico notevole tra i lavoratori. Tra l’altro ci sono lavori che, per
garantire un servizio continuativo nell’arco della giornata,
sottopongono i lavoratori a turni che non sempre coincidono con i ritmi di vita
naturali che si basano su i cicli circadiani. La vita del mondo animale e
vegetale è regolata da questi ritmi che sono costituiti dalla successione dei
processi fisiologici degli esseri viventi. Essi si svolgono all'incirca in un
ciclo di 24 ore. Nelle piante, per esempio, il ciclo circadiano esercita un
ruolo essenziale per la fotosintesi favorendo la crescita e la sopravvivenza
delle piante stesse. Per verificare la funzione dei ritmi circadiani nell'uomo,
si sono condotti degli esperimenti. Si è constato così, che in alcune persone
che si sono volontariamente isolate in
grotte dove non arrivavano stimoli esterni, il ritmo circadiano sonno-veglia
tende progressivamente ad allungarsi, sino ad arrivare a "giornate"
di 36 ore. E’ risultata così evidente il ruolo della luce solare su questa
specie di orologio interno al nostro organismo che regola l'
attività delle funzioni cerebrali,
di produzione di ormoni, di rigenerazione cellulare e altre
attività biologiche. La finalità è
quella di favorire la replicazione notturna, al buio, in modo da proteggere la
replicazione del DNA dall’azione lesiva delle radiazioni ultraviolette presenti durante il giorno.
E’ indubbio, quindi che se si salta il riposo notturno i cicli riproduttivi e
di riparazione del nostro organismo vengono alterati e possono originarsi delle
malattie quali stati di stress che possono determinare depressione, attacchi d’ansia
o di panico, rabbia, mancanza di autostima, senso di fallimento. E' utile sottolineare che l'alterazione
del ritmo sonno veglia incide profondamente anche al di fuori del mondo del
lavoro. Gran parte degli incidenti del sabato sera, che vedono coinvolti in
particolare i giovani è dovuto, oltre che all'eccesso di alcol, droghe e rumori
eccessivi delle discoteche, anche alla mancanza di riposo notturno. Le
politiche sociali e del lavoro, quindi dovrebbero cercare di incidere di più
per ripristinare ritmi di vita normali. Sicuramente vanno rispettate le
esigenze del mondo del lavoro e dell'industria del divertimento. Questo però deve avvenire
salvaguardando anche la salute dei cittadini. Certamente non si può tornare
indietro perché lavori che prevedono turni notturni sono ormai diventati
indispensabili. Però dopo un turno stressante bisogna prevedere, come del resto
accadeva in origine, l'alternanza di turni di riposo adeguati. Accade invece
che le politiche del risparmio impongono ritmi incalzanti per i lavoratori,
che, spesso, devono accettare anche di rinunciare ai turni di riposo. A questo
punto mi viene in mente un vecchio proverbio che più o meno dice: chi
sparagna spreca. E' evidente, infatti che a fronte dei risparmi ottenuti
dai singoli datori di lavoro, del pubblico e del privato, con l'istituzione di turni stressanti,
aumenteranno nello stesso tempo i costi per la comunità, attraverso le maggiori
spese che dovranno sostenere INAIL, INPS e Sistema Sanitario Nazionale. Bisogna
poi considerare il prezzo incalcolabile dovuto
alle vite umane perse o comunque ai disaggi per le persone rese nvalide
a causa di incidenti dovuti alla mancanza di riposo. Favorire normative più
umane nella struttura del lavoro, può evitare frustrazioni, malcontenti,
condizioni di mobbing eccetera. Questo
permetterà una migliore condizione di vita e salute del lavoratore ma anche una
maggiore produttività e qualità dei servizi perché e dimostrato che chi sta
bene produce meglio. Anche se bisogna ammettere che ci saranno sempre coloro
che cercheranno di approfittare di
normative nate per proteggere lo stato di salute dei lavoratori, e le useranno
a loro vantaggio per fruire di giorni di vacanza in più a spese della comunità.