Cellule staminali: possibilità d’impiego

(Settembre 2007)

Seguire il ritmo delle nuove scoperte scientifiche è complicato anche per chi deve tenersi aggiornato per utilizzare nel modo migliore le novità relative alla propria attività professionale. Il ritmo con cui ci vengono proposte le innovazioni è tale da non darci a volte nemmeno il tempo di assuefarci ad una nuova scoperta che la  medesima viene sostituita perché considerata superata.

A volte è anche difficile distinguere se quello che ci propongono come novità lo sia veramente o è semplicemente un modo per tener desta la nostra attenzione e convincerci a cambiare per alimentare il mercato.

Il quadro si fa veramente ingarbugliato se si considera poi che le nuove conoscenze  generano cambiamenti di abitudini e valori consolidati  per cui i più conservatori tenderanno a dimostrare l’inutilità delle nuove scoperte, al contrario degli innovatori che ne tesseranno le lodi.

Purtroppo il messaggio che arriverà agli utenti non sempre sarà quello veritiero. Spesso, invece, sarà percepito, come vero, il messaggio più forte che utilizzerà al  meglio i mezzi di comunicazione e riuscirà a convincere i cittadini riuscendo a suggestionarli nelle loro convinzioni.

In medicina in particolare, le novità sono veramente sfornate a ritmo incalzante e diventa difficoltoso per gli addetti ai lavori comunicare ed applicare ai propri pazienti le novità della ricerca che potrebbero aiutarli a vivere meglio.

I cittadini affollano gli ambulatori dei medici spinti non solo dai propri malanni ma anche per sapere dal proprio medico di fiducia un parere  circa l’ultima notizia sulla salute, che hanno sentito per televisione  o letta su un giornale o è stata loro riferita da un amico. Un argomento che ultimamente ha destato interesse tra la popolazione e stato quello delle cellule staminali

Le domande che vengono poste al proprio medico non sempre possono avere una risposta immediata a causa della complessità delle tematiche proposte. Per quanto riguarda le cellule staminali in particolare, l’argomento non è semplice da affrontare non solo per quanto riguarda la complessità dal punto scientifico che è ostico per sino agli addetti ai lavori, ma anche per i risvolti politici e religiosi che riguardano la materia.

Quando avviene la fecondazione la cellula uovo maschile e quella femminile, unendosi, danno luogo ad una serie di moltiplicazioni. Da una cellula iniziale  si originano due cellule da cui poi se ne sviluppano quattro quindi otto e così via per dar luogo all’embrione. Si formeranno, quindi, progressivamente i vari tessuti che andranno a costituire sangue, fegato, osso, cuore, cervello ecc.

Sapere esattamente cosa succede durante questo processo che dall’embrione porterà alla formazione di un essere vivente, e come da due cellule si può sviluppare un individuo adulto è stato ed è tuttora oggetto di studi.

Gli scienziati si propongono, di prelevare, conservare ed utilizzare in caso di bisogno, le così dette cellule staminali. Sono queste, cellule che ancora non si differenziano in un tessuto particolare ma hanno la potenzialità, la capacità di assumere le caratteristiche di tutti i tessuti che costituiranno il corpo umano. Pensiamo ad esempio ad un soggetto che ha avuto un infarto. In questo malato un pezzo di cuore è gravemente danneggiato: le cellule staminali potrebbero esse utilizzate per sostituire la parte danneggiata che in pratica verrà rigenerata. Con lo stesso procedimento si potrebbero trattare altre malattie come leucemie, tumori, m. di Parkinson, artrite reumatoide, diabete e così via.

Quando i ricercatori di tutto il mondo hanno intuito la possibilità di curare gravi malattie,  hanno incrementato la ricerca cominciando a coltivare queste cellule. A questo punto però sono intervenuti una serie di impedimenti costituiti dalla politica e dalla religione. Negli ambienti religiosi e politici nasceva la preoccupazione sull’origine degli embrioni da cui le cellule sarebbero state ricavate ed il pericolo che gli stessi embrioni venissero utilizzati solo per estrarre le cellule utili e poi distrutti. Si è cominciato a discutere se l’embrione fosse da considerare un essere vivente o solo un insieme di cellule con grosse potenzialità ma non ancora individuabile come una nuova creatura .

Quelli che ritengono gli embrioni appena formati esseri viventi a tutti gli effetti, criticano il procedimento perché sostengono che, in luogo di quelle embrionali, si potrebbero utilizzare con lo stesso risultato cellule staminali contenute nel cordone ombelicale, nel midollo osseo ed altre parti del corpo umano.

Sono preoccupati, inoltre, per l’uso improprio che si potrebbe fare di queste colonie di cellule. Ipotizzano che, ricercatori senza scrupoli, potrebbero considerarle alla stregua di branchi di animali da allevare solo per avere materiale a disposizione e utilizzarlo per selezionare anche colonie da impiegare per la clonazione. Tecnica, questa, che usata impropriamente,  potrebbe creare individui copie di donatori, scelti per la loro intelligenza, prestanza fisica o altre caratteristiche particolari a seconda degli interessi di eventuali operatori o committenti.

I favorevoli alla ricerca sulle staminali embrionali, controbattono che le cellule staminali adulte hanno perso parte della loro capacità di specializzarsi nei vari tessuti. D’altra parte, dicono, sarebbe assurdo non utilizzare il considerevole numero di embrioni, giacenti presso le cliniche della fertilità, che altrimenti verrebbero distrutti. Inoltre una clonazione fatta a scopo curativo, permetterebbe di avere a disposizione tessuti che, provenienti dalle cellule coltivate dello stesso paziente, avrebbero meno possibilità di essere rigettate in caso di trapianto.

I cittadini ed i malati che hanno bisogno di cure efficaci, non possono fare altro che sperare in un accordo tra i contendenti che dovrà portare ad un’ intesa sui limiti etici in cui dovrà svilupparsi la ricerca. La storia, del resto, ci insegna che nonostante i contrasti tra scienza ed istituzioni politico-religiose, le scoperte effettuate dall’uomo prima o poi saranno utilizzate.

Sarebbe auspicabile una collaborazione tra i politici, i religiosi ed i ricercatori di vario orientamento per regolamentare  la materia in modo da sfruttarne tutte le potenzialità curative rimanendo entro i confini del lecito. L’importante è non arrivare in ritardo come spesso accade nel nostro paese. Mentre noi ci attardiamo a discutere e rimandiamo decisioni importanti le altre nazioni legiferano. Nel frattempo, chi vuole curarsi, avendo le disponibilità finanziarie, va a curarsi all’estero.

In Gran Bretagna, per esempio, paese per altro di cui il nostro governo vanta l’amicizia e dove non credo si possa mettere in discussione la democrazia, è consentita l’estrazione di cellule staminali da embrioni non più utilizzati per la fecondazione artificiale ed è consentita la clonazione di embrioni a scopo scientifico.

Gli stati democratici dovrebbero collaborare, darsi delle direttive comuni con regole precise per sfruttare nel modo migliore le scoperte scientifiche mettendo da parte le eccessive contese dovute alla politica non costruttiva e alle religioni non sollecite ai cambiamenti che pure ci sono concessi da Qualcuno che vigila su di noi e sicuramente gioisce quando l’uso appropriato delle nuove scoperte possono dare sollievo a qualche Sua pecorella che soffre. In questo modo, inoltre, non si avvantaggerebbero quelle nazioni meno liberali e più aggressive, che non si farebbero scrupolo alcuno ad appropriarsi di un tecnica che ha i presupposti per apportare grandi progressi nel campo della medicina e, tuttavia, potrebbe essere usata per fini immorali e dannosi all’umanità in mano ad individui senza scrupolo.

Dott. Regolo RICCI