la storia colora le strade di Bojano: Rodolfo de Moulins
Succede ogni anno per pochi giorni. La storia, ad opera dei ragazzi delle scuole superiori (e di molti ex-allievi), diretti dalla professoressa Maria Grazia Tagliaferri, esce dalle pergamene, dai manoscritti, dagli incunaboli, dai libri polverosi, dal chiuso delle aule ed invade strade e piazze di Bojano e del borgo medioevale di Civita con una suggestiva rievocazione in costume - cortei, simposi, agoni di cavalieri, accampamenti militari, singolar tenzoni, spettacoli con giullari, cantori, giocolieri, acrobati, tamburini e sbandieratori - che ha come protagonista un affascinante personaggio, qui giunto da molto lontano: Rodolfo de Moulins. Chi era costui?
- Alcuni momenti della rievocazione storica (foto di Eliana Cappussi) -
Le immagini affiorano, lentamente, dalle nebbie dell’oblio, dall’oscurità di un’età remota. Siamo oltre i confini del nostro tempo, d’improvviso catapultati intorno alla metà del Mille.
Nelle aspre lotte contro i Bizantini ed i Saraceni, i Longobardi, non avendo a disposizione né un esercito ben organizzato né forze sufficienti, sono costretti a chiedere aiuto ai Normanni (Northmen = uomini del nord), fieri discendenti dei Vichinghi ed abili guerrieri.
Questo popolo, agli inizi del secolo X, è riuscito a conquistare alcuni territori nella zona nord-ovest della Francia ma, ben presto, l’aumento demografico, la profonda crisi economica, dovuta alla scarsità di risorse della regione, e le aspre lotte per il potere hanno spinto molti giovani cavalieri ad emigrare.
Alcuni stanno cercando fortuna in Italia meridionale; nei diplomi al fianco di Roberto d’Hauteville - che per la sua abilità politica e militare diventerà a breve noto con il soprannome “il Guiscardo” cioè l’astuto - come testimone di importanti donazioni ad abbazie, monasteri e chiese troviamo un certo Rodolfo (o Raùl), figlio primogenito di Guimondo II, signore del castrum di Moulins (attuale Moulins-la Marche nella Bassa Normandia).
Egli, in seconde nozze (la prima moglie Alferada, dalla quale ha avuto numerosa progenie, è morta poco dopo l’arrivo in Italia) sposa Emma, figlia del conte longobardo Roffredo, che gli porta in dote un territorio dove stabilirsi ed il titolo di conte di Bojano.
- Personaggi in costume d'epoca -
L’amicizia tra i de Moulins e gli Hauteville viene rinsaldata, come usa al tempo, con un altro matrimonio: una delle figlie di primo letto di Rodolfo, Beatrice, è condotta all’altare, nella cattedrale di Bojano, da un nipote del Guiscardo, Serlo II. Questi, considerato tra i più valenti cavalieri normanni, nell’estate del 1072 cade in un vile agguato nei pressi di Nicosia, in Sicilia. I Saraceni gli strappano il cuore, ancora palpitante, dal petto e lo mangiano - sperando così di accrescere le loro doti di coraggio - mentre la testa mozzata viene inviata, quale macabro omaggio, al loro re in Africa. L’affranta e inconsolabile Beatrice, per la ragion di Stato, è costretta dagli Hauteville, con grande dolore e disappunto del padre, a contrarre assai presto nuove nozze...
Sembra il soggetto di una tragedia di Shakespeare o di un dramma storico uscito dalla penna di Manzoni!
I de Moulins, grazie all’alleanza e all’amicizia con i principi di Capua, della dinastia Drengot (ai quali, dopo la delusione per il secondo forzato matrimonio di Beatrice, si sono molto avvicinati), riescono nel giro di pochi decenni ad allargare notevolmente i confini delle loro Terre.
- Ritratto di Ugo I de Moulins, conte di Bojano, che fa una donazione all’abate Saxo (miniatura) -
Con Ugo I, figlio primogenito di Rodolfo, risultano annesse la contea di Isernia, quella di Venafro, parte della Terra Burrellensis (vasta estensione territoriale compresa tra il medio Sangro e l’alto bacino del fiume Trigno) e i feudi di Serracapriola (oggi in provincia di Foggia) e di Castellum Maris (odierna Castel Volturno, in provincia di Caserta), prezioso sbocco sul mar Tirreno.
Suo erede è lo sfortunato Simone che trova morte, giovanissimo, ad Isernia nel terribile terremoto del 1117.
Seguono tempi burrascosi con intricate vicende che portano dapprima allo smembramento e poi nel 1142, nell’ambito dell’assemblea di Silva Marca (indetta dal re Ruggero II d’Altavilla per la riorganizzazione del regno), alla ricostituzione della contea. Questa prende la nuova denominazione di Contea di Molise dal cognomen di Ugo II, derivato dalla patria dei suoi avi - Moulins - che nei diplomi di donazione appare sempre nella forma “de Molinis” o “de Molisio”.
- La Contea di Molise nel XII secolo -
Difatti i franco-normanni dopo esser giunti nel nostro Paese adottano come cognome il toponimo “italianizzato” dei loro luoghi d’origine: Hauteville diventa Altavilla, Benmont, Beomondo, Aigle, Aquila, Saint Fromond, Sanfromonte, e appunto Moulins, Molisio.
Ugo II, con il titolo di conte e giustiziere del regno, quale rappresentante ufficiale di Ruggero II (che è suo cognato - secondo alcuni studiosi suocero - avendo egli sposato Adelaide, sorella del re di Sicilia), viene in possesso del Comitatus Molisii, con le sue città, baronie e feudi sia in demanio che in servizio; un’area, estesa e strategicamente importante, posta tra il ducato di Apulia e il principato di Capua, che, escludendo le zone di Larino e Termoli, corrisponde, pressappoco, all’omogenea unità territoriale dell’antico Sannio Pentro.
L’organizzazione amministrativa è condotta attraverso i distretti delle civitates e dei castella. Nel XII secolo vengono ritenute civitates: Venafro, Isernia, Bojano, Sepino, Trivento, Limosano e Campobasso. Queste, tranne Campobasso e Limosano, derivano dalle antiche città sannitiche, diventate poi municipio o colonia romana, che hanno continuato ad avere un ruolo importante nel periodo longobardo, in qualità di contee e di diocesi.
I castella (o castra) sono, invece, roccaforti, postazioni erette in genere sulle alture, attorno alle quali si stringono villaggi, piccoli borghi (corrispondono alla maggior parte degli attuali paesi molisani). La loro fondazione ha il massimo sviluppo nel periodo delle incursioni saracene e durante le guerre civili dell’età tardo-carolingia.
Nel contesto di questo territorio la civitas di Bojano svolge un ruolo importante. Lo studioso Giovan Battista Masciotta afferma: «Per tutto il medioevo, insino alla metà del XVI secolo - vedi forza superba delle tradizioni! - Bojano fu il capoluogo del Contado di Molise; ma non tale era più nel 1672, come taluno ha scritto, poiché a quell’epoca Campobasso era già prevalsa ad Isernia, la quale aveva a sua volta soppiantata Bojano».
- Personaggi in costume d'epoca -
Oggi tutto codesto glorioso passato, come d’incanto, torna ad essere: gentiluomini, dame, guerrieri, fanciulli (partecipano anche alcuni alunni delle scuole elementari) con variopinti costumi medioevali e rinascimentali fanno rivivere le vicende delle dinastie che hanno governato il contado, non solo dei membri della famiglia de Moulins - Ugo I, Beatrice e Serlo, Simone, Ugo II e Adelaide - ma anche di diversi successori di altro casato; spiccano il conte Tommaso da Celano e la moglie Giuditta che hanno osato sfidare l’imperatore Federico II di Svevia.
Il grande Rodolfo, l’avventuriero normanno, da cui ha origine la nostra epopea, in realtà, non è morto; dorme il sonno dei giusti nell’Eden dei cavalieri e anche quest’anno è tornato a prender possesso della regione che, dopo dieci secoli, porta ancora il suo cognome: Moulins, Molisio, Molise.
Alessandro Cimmino
Con preghiera di citare la fonte in caso di utilizzazione del testo per motivi di studio. Disegni, elaborazioni grafiche e foto, ove non specificato, sono dell'autore.
Articolo pubblicato sul mensile “Il Ponte”, a. XX, n. 7, luglio 2008, pp. 44-46.