L’ansia ed i suoi disturbi
(Agosto 2007)
Attualmente le cose sono un poco cambiate, ma attorno agli anni 50-60, poche persone potevano permettersi il lusso di allevare animali in casa. In ogni caso non potevano dedicare loro tutte quelle attenzioni che ai nostri giorni, invece, sono diventate molto comuni. Gli animali, infatti, tenuti in casa, forse a scapito delle loro caratteristiche naturali, sono riveriti coccolati ed hanno assunto un ruolo quasi da umani. Tutto ciò, forse, non è un vero vantaggio per loro perché, lontani dal loro habitat naturale, non ne hanno seguite le mutazioni. Se per un motivo qualsiasi dovessero tornare sulla strada, la troverebbero mutata rispetto alle loro esperienze genetiche. Probabilmente non riuscirebbero nemmeno a sopravvivere.
Una volta, quando i cani facevano i cani ed i gatti facevano
i gatti, e la loro sopravvivenza era legata alla loro capacità di riconoscere
nel più breve tempo possibile una situazione favorevole o sfavorevole, poteva
capitare spesso di assistere per strada ad una scena tipica. Appena un cane ed
un gatto s’incontravano, si riconoscevano come nemici ed assumevano subito un
atteggiamento tipico: entravano in ansia. Il cane cominciava a ringhiare, ad
abbaiare ed a ghermire con le zampe il gatto che o provava a fuggire oppure, vistosi
alle strette, si arriscignava,
inarcava la groppa, i peli si rizzavano, cacciava le unghie e cominciava ad emettere
dei sibili per intimorire l’avversario. Entrambi gli animali reagivano in base
all’istinto che consentiva loro di riconoscere immediatamente un possibile
nemico da cui difendersi, in caso di manifesta inferiorità, o da attaccare, se
lo riconosceva come preda. Anche la specie umana, quando percepisce una
situazione come pericolosa, mette in atto una serie di reazioni tipiche. Quando ci troviamo di fronte ad una
situazione sconosciuta il nostro organismo, reagisce esplorando l’ambiente
ricercando probabili pericoli ed eventuali vie di fuga e mette in atto una
serie di fenomeni quali: accelerazione del battito cardiaco, aumento del ritmo
del respiro, trasferimento del sangue ai muscoli che diventano tesi e
scattanti, aumento dell'attenzione e della vigilanza. Questa serie di razioni,
caratterizzate da un atteggiamento detto “combatti
o fuggi", origina l’ansia. Essa costituisce un importante aiuto, perché è una condizione fisiologica, opportuno in molti momenti della vita per
proteggerci dai rischi, mantenere lo stato di allerta e migliorare le prestazioni
(sotto esame, alla guida di un auto etc.). La natura ha curato particolarmente
quest’istinto e anche noi, come tutti gli esseri viventi, siamo geneticamente
predisposti a reagire al pericolo. L'evoluzione genetica, infatti, ci ha dotati
di un forte istinto di reazione alle situazioni difficili e la capacità di
identificare e neutralizzare un eventuale pericolo per cercare rapidamente riparo,
sia di riconoscere una situazione favorevole per volgerla a nostro vantaggio.
Purtroppo, però,
come per gli altri animali, anche per la specie umana si sono verificate una
serie di cambiamenti che hanno reso meno efficace il nostro istinto. La
successione velocissima dei cambiamenti tecnologici, la schizofrenia dei
politici ed i modelli di vita stressanti proposti dai mass-media, hanno influito
negativamente particolarmente sulle personalità più deboli. Nei tempi passati i
cambiamenti strutturali avvenivano più lentamente c’era più tempo per
assuefarsi ai cambiamenti ed il nostro istinto aveva la possibilità di
abituarsi gradatamente alle innovazione ed organizzarsi per reagire ai nuovi
stimoli. Le manifestazioni patologiche dell’ansia erano comunque presenti,
tuttavia esistevano dei punti fermi a livello di vita sociale e familiare che
consentivano l’attenuazione degli stimoli esterni nocivi e facilitavano la
capacità d’adattamento e di reazioni positive.
Col tempo e
diventato sempre più difficile adeguarsi ai ritmi imposti dai cambiamenti della
società in cui viviamo. Per molti questo ritmi sono diventati insostenibili ed è
aumenta l’ansia di non saper affrontare i problemi quotidiani. Quello che era
un meccanismo normale ed utile per la nostra sopravvivenza, l’ansia, sta andando
in tilt, originando una serie di
malattie spesso ingestibili dall’interessato, dalla famiglia e dalla sanità. La
paura di non essere competitivi stressa la nostra capacità di reazione.
Quando
l'attivazione del sistema ansiogeno
è eccessiva, ingiustificata o sproporzionata rispetto alle situazioni da
risolvere, siamo di fronte ad un disturbo d'ansia e l’organismo può reagire con
una serie di comportamenti anomali quali: le fobie, il disturbo di panico o
agorafobia, il disturbo ossessivo-compulsivo, il disturbo da stress acuto o
post-traumatico da stress, il disturbo d’ansia. generalizzato. Questi disturbi
possono complicare notevolmente la vita di una persona e renderla incapace di
affrontare anche le più comuni situazioni della vita di ogni giorno.
Dott. Regolo RICCI