Non sempre i farmaci a base di piante medicinali sono privi di rischio

(Marzo 2004)

Da: “Bollettino d’informazione sui farmaci” N° 5-6 2003 (bimestrale del Ministero della Salute)

 

La fitoterapia è quella branca della medicina che consente l’impiego a scopo curativo e preventivo di piante medicinali e loro derivati.

L’uso di piante medicinali e di prodotti a base di esse è sempre più  diffuso in Italia. Tali prodotti sono generalmente assunti per automedicazione, spesso nell’errata convinzione che l’origine naturale sia garanzia di sicurezza. A livello di opinione pubblica e talvolta anche tra gli operatori del settore, è diffusa l’opinione che le erbe medicinali siano innocue e pertanto esse vengono utilizzate come forma di automedicazione senza che il medico curante ne sia informato. Al contrario, invece, l’uso dei prodotti erboristici può essere fonte di effetti avversi dovuti alla quantità e qualità delle materie impiegate, al loro uso in concomitanza con farmaci di sintesi prescritti dal medico curante o alla loro assunzione in particolari stati fisiologici quali la gravidanza e l’allattamento. E’ importante ricordare che i prodotti erboristici contengono piante medicinali, loro derivati e costituenti chimici dotati di attività biologica e possono presentare una specifica attività farmaco-tossicologica ed interagire con i farmaci di sintesi. Bisogna ricordare che la fitoterapia in passato ha accumulato i dati relativi alla sicurezza clinica delle piante medicinali in epoche precedenti l’uso dei farmaci.

Oggi l’assunzione di sostanze naturali associata a quella di farmaci sta evidenziando interazioni precedentemente sconosciute. E’ necessario quindi tenere sotto controllo l’utilizzo dei prodotti erboristici, evidenziarne le possibili reazioni avverse ed informarne il personale sanitario al fine di educare l’utente ad un migliore utilizzo degli stessi. Anche per i farmaci a base di erbe ci sono alcune controindicazioni specifiche quali malattie pregresse o in atto ( per es. ulcera peptica, ipertensione arteriosa, insufficienza renale o epatica) o interventi chirurgici ( gastroresezione ecc.). Nell’ambito del progetto nazionale sulle “Terapie nono convenzionali” coordinato dall’Istituto Superiore della Sanità è stato attivato uno studio pilota sulla sorveglianza delle reazioni avverse da prodotti a base di erbe officinali. Le segnalazioni possono essere riferite direttamente via fax all’Istituto suddetto da chiunque osservi una reazione contraria dovuta all’uso di erbe o loro derivati, utilizzando una scheda scaricabile dal sito www.epicentro.ISS.it. Tra le segnalazioni più interessanti pervenute vi sono le seguenti:

Viene utilizzata come espettorante e secretolitico nelle tossi, nelle infiammazioni delle vie aeree superiori e nei catarri bronchiali; per l’effetto aniinfiammatorio e spasmolitico trova impiego nelle gastriti e nell’ulcera gastrica; infine entra a far parte di miscele lassative. In campo alimentare è il componente di molti dolciumi. L’abuso notoriamente provoca ipopotassiemia (diminuzione del potassio nel sangue) e ipertensione arteriosa. In letteratura sono descritti  molti casi di rabdiomiolisi (distruzione del tessuto muscolare scheletrico con possibilità di insorgenza di insufficienza renale acuta) generalmente in relazione ad uso cronico o ad alti dosaggi per brevi periodi da liquirizia o in contemporanea assunzione di farmaci quali diuretici e cortisonici

L’estratto di iperico è presente in specialità medicinali registrate per stati di depressione lieve: La passiflora e la melissa sono comunemente impiegate per le loro blande proprietà neurosedative e spasmolitiche. E’ stata osservata una crisi convulsiva in un lattante la cui madre stava assumendo un prodotto erboristico contenente le tre piante medicinali citate. Il caso è stato giudicato sospetto sia dal farmacista che dal pediatra ospedaliero e la segnalazione è stata effettuata dal medico ospedaliero.

La gommo-resina di guggul viene utilizzata nella medicina tradizionale indiana e ora anche in occidente come farmaco per abbassare il colesterolo. E’ stato segnalato un caso di rabdomiolisi (vedi prima) in un paziente che assumeva guggul.

Preparati a base di ginko biloba sono oggi impiegati ampiamente in una serie di condizioni che vanno dall’insufficienza venosa, alla fragilità capillare, all’asma bronchiale, alla demenza senile.

Trattandosi di malattie importanti e diffuse, i pazienti potrebbero già far uso di farmaci antiaggreganti piastrinici, antiasmatici e anticoagulanti prescritti dal medico curante e si potrebbero verificare casi di contrasto tra farmaci. Più facile è, però. Che si verifichino fenomeni allergici. Attualmente si conoscono due casi di intolleranza a preparati a base di ginko (con sintomi come mal di testa, stato confusionale, rigonfiamento delle palpebre, arrossamenti al volto, diarrea),  di verosimile origine allergica. Abitualmente queste reazioni sono dovute ad estratti di ginko non depurati da sostanze (acidi gincolici) dannose.

Estratti di Citrus aurantium sono oggi largamente usati in trattamenti per la riduzione del peso corporeo e per la cellulite. L’estratto di arancio amaro contiene sostanze (sinefrina, ecc.) che sviluppano calore ed azione lipolitica (scioglie i grassi). In una paziente che assumeva un farmaco per la tiroide (tiroxina) si è verificato, a seguito di assunzione di Citrus aurantium a scopo dimagrante, aumento della pressione arteriosa e dei battiti cardiaci. Questo farmaco è presente in numerosi integratori notificati ed è probabile che si possano verificare altri casi di fenomeni avversi. A tal proposito esiste una nota ministeriale per cui, l’assunzione di citrus aurantium deve essere fatta sotto il controllo medico in caso di ipertensione e cardiopatia. La dose massima giornaliera di sinefrina è di mg.30 giornalieri.

E’ un prodotto elaborato dalle api, contenente molte resine e oli essenziali, utilizzato contro infiammazioni delle alte vie aeree (bocca, naso, gola) e disturbi di tipo influenzale. Con l’utilizzo di propoli si sono verificate alcune importanti reazione allergiche (crisi asmatiche acute, aroossamenti della cute, gonfiori) per cui il prodotto è assolutamente controindicato nei soggetti allergici. Una particolare attenzione all’uso di propoli, anche sotto forma di spray, va fatta per i bambini nei quali le patologie allergiche stanno diventando un problema molto serio.

Sono contenuti in preparati erboristici utilizzati nella stipsi (difficoltà alla eliminazione delle feci) e reperibili anche in specialità medicinali registrate. Sono pervenute 3 segnalazioni di reazioni avverse consistenti in coliche addominali, squilibri di elettroliti (sodio,potassio) nel sangue con alterazioni del battito cardiaco ed alterazione della consistenza delle feci. I farmaci a base di lassativi antrachinonici dovrebbero essere utilizzati solo in caso di stipsi episodica e per brevissimi periodi o riservati alla preparazione intestinale per esami endoscopici.

Si sono avute segnalazione quali epatite tossica e crisi ipertensiva in soggetti che utilizzavano prodotti erboristici di natura molto complessa a base di erbe prevalentemente di origine indiana (ayurvedica) o cinese. Si tratta di piante in gran parte sconosciute alla medicina occidentale, prive anche di esatta definizione botanica, per le quali non è disponibile letteratura scientifica.

Conclusioni

Le cure alternative quali la fitoterapia, l’ago-puntura, l’omeopatia, sono delle buone alternative per chi intende ricorrervi o perché non ha ottenuto risultati con altre cure o perché decide di utilizzarle in prima battuta  ritenendo che siano più valide. Sarebbe auspicabile comunque farsi seguire e consigliare da personale esperto ed affidabile e tenere comunque informato il proprio medico curante riguardo le cure che si intendono seguire.

Per quando riguarda la fitoterapia in particolare bisogna ricordare che qualsiasi prodotto assunto per migliorare o modificare il proprio stato di salute è da considerare un farmaco e come tale l’assunzione va effettuata valutando l’effettiva utilità rispetto al problema che si vuole risolvere. Tutti i farmaci, di sintesi o di erboristeria, vanno utilizzati sotto il controllo di personale esperto perché possono dare senz’altro dei benefici ma anche pericolosi effetti collaterale da soli o interagendo con altri sostanze introdotte contemporaneamente nell’organismo.

PREPARATI A BASE  DI PIANTE

(da “Il giornale del medico”del 18.03.2002)

 

NOME

PRINCIPALI EFFETTI

EVENTI AVVERSI

INTERAZIONI

CONTROINDICAZIONI

GINKGO BILOBA

Antipossico, antiaggregante, stimola la circolazione,antios- sidante, antiedematoso;  anti-tinnito, demenza, e  claudicatio intermittens

Sintomi gastrointestinali, cefalea, nausea, emorragia(es. ematoma subdurale), attacchi apoplettici

Può aumentare leffetto degli anticoagulanti

Concomitante terapia anticoagulante, disturbi della coagulazione

 

IPERICO *

Antidepressivo

Nausea e reazioni allergiche se associato a ad anticoagulanti, contraccettivi orali e antivirali

Agirebbe da induttore di enzimi epatici, riducendo i livelli ematici di farmaci; può indurre sindrome serotoninica insieme a inibitori del reuptake serotoninico

Fotoipersensibilità conosciuta

 

GINSENG

Neurostimolante, antiastenico, ipertensivante, antiossidante, ipoglicemizzante, antiflogisti- co, antiaggregante, immunosti- molante, antineoplastico, ipno- inducente, afrodisiaco

Insonnia,diarrea, emicrania, sanguinamenti vaginali, schizo frenia, sindrome di Steven-Jhonsnon(eritema multiforme)

Può interagire con inibitori delle MAO, stimolanti, ipo- glicemizzanti e Warfarin

Cardiovasculopatie, iper o ipo- tensione, diabete mellito

 

ECHINACEA

Immunostimolante,antimicoti-

co antinfiammatorio

Anafilassi(rara)

Potrebbe ridurre l’effetto degli immunosoppressori

Malattie sistemiche progressi- ve (infezioni da HIV, sclerosi multipla, TBC, collagenopatie, patologie autoimmuni)

 

SERENOA REPENS

Ansiolitico, miorilassante,

sedativo, analgesico, antibatte- rico, antidepressivo, antiaggre- gante, riduce i sintomi della iperetrofia prostatica benigna

Stipsi,diarrea cefalea, calo del- la libido, ipertensione, nausea, ritenzione urinaria

Potrebbe interagire con terapie ormonali

Assunzione in donne in età fertile

* Può ridurre sensibilmente l’efficacia dei trattamenti chemioterapici antitumorali. L’iperico stimola l’enzima epatico CYP3A4 che è coinvolto nel metabolismo di larga parte dei farmaci.(M.D. n°15 del 01.05.02)

Dott. Regolo RICCI