FATTORI DI RISCHIO
(Febbraio 2005)
Il concetto di malattia ha subito delle profonde mutazioni da quando le varie nazioni civili hanno cercato in qualche modo di organizzare i propri servizi sanitari per fornire alla maggior parte dei cittadini la possibilità di curarsi meglio. Se all’inizio si andava dal medico per farsi curare la malattia in atto, oggi le cose sono cambiate e dal medico si va anche per cercare di prevenirle le malattie. In effetti ci sono stati degli studi che hanno dimostrato come per molte malattie esistano dei fattori per cui, se il cittadino viene informato correttamente, potrebbe cercare di neutralizzarli ed evitare o quanto meno rendere meno aggressiva la malattia da essi provocata.
Un fattore di rischio può essere un tratto ereditario (vedere la storia familiare), un comportamento (per esempio il fumare o alimentarsi in modo scorretto), un dato di laboratorio (colesterolo, glicemia). Il medico, oggi, ha il compito di identificare i fattori di rischio per i propri pazienti e cercare di rimuoverli consigliando loro gli stili di vita più adatti e somministrando le cure idonee. Purtroppo non sempre è così semplice prevenire le varie malattie perché non è sempre possibile coniugare la buona cura con l’uso appropriato delle risorse facendo coincidere l’esperienza clinica, le preferenze dei pazienti e le evidenze scientifiche.
Tratti ereditari
Alla nascita ogni individuo eredita i tratti ereditari che gli trasmettono la coppia che lo ha generato. Questi caratteri (geni) si trovano su una sostanza presente nelle cellule degli individui chiamata DNA. Sono questi caratteri o geni che determineranno l’aspetto dell’individuo e la eventuale predisposizione o resistenza a certe malattie. Attualmente si sa che alcune malattie sono dovute alla presenza di informazioni trasmesse dal DNA e una branca della medicina, la genetica, sta sviluppando sempre di più le proprie conoscenze per potere agire su i geni che predispongono alla malattie in modo da prevenirle. Anche se sono stati fatti grossi progressi, tuttavia non è sempre possibile trovare delle soluzioni ottimali in questo campo che tra l’altro è sottoposto a severi controlli in quanto le eventuali applicazioni scorrette potrebbero alterare in modo definitivo molte caratteristiche delle specie viventi. La bioetica è quella scienza che si preoccupa della corretta applicazione delle scoperte genetiche.
Comportamento
Sono stati effettuati degli studi su gruppi di individui per individuare se vi fossero delle abitudini di vita che facilitavano l’insorgenza di malattie. Ebbene si è giunti alla conclusione che molte malattie sarebbero evitabili o quanto meno potrebbero essere attenuate nei loro effetti nocivi se solo si prestasse maggiore attenzione al proprio stile di vita. E’ noto, ad esempio, che le malattie per cui si muore di più sono costituite dal gruppo cardiovascolare che comprende la cardiopatia ischemica che può condurre all’infarto. Tra i fattori di rischio ce ne sono alcuni non evitabili che sono dovuti a fattori ereditari quali la razza, il sesso, malattie predisponenti. Altri fattori quali l’abuso alimentare, il fumo, la vita sedentaria sono fattori modificabili con una maggiore attenzione al proprio stile di vita avrebbe grossi benefici sul proprio stato di salute.
Dati di laboratorio
Ci sono degli esami che permettono al medico di confermare un sospetto di malattia o quando si è più fortunati, solo di rischio a contrarre una malattia. La scoperta di valori elevati nel sangue di alcuni valori può aiutare ad individuare precocemente alcune malattie anche gravi quali tumori o infarti agli stadi iniziali.
Il problema che il medico deve affrontare quando parla di fattori di rischio ai propri pazienti e spiegare loro che, una volta individuati, saranno decisivi per causare la malattia ad essi legata. Per il paziente che apparentemente sta bene è difficile convincersi che deve prestare più attenzione all’alimentazione, fare una vita meno sedentarie ed evitare il fumo. Eppure un valore alto di glicemia o di colesterolo, un valore di pressione alta, specialmente se già un familiare è stato colpito da una malattia cardiocircolatoria, potrebbero non dare sintomi al paziente e tuttavia provocare grossi danni all’organismo predisponendo ad una delle malattie più gravi e diffuse: la cardiopatia ischemica in cui le arterie che nutrono il cuore restringono il loro lume ed il sangue passa con difficoltà. Se si agisce in tempo si può porre rimedio con uno o più bypass altrimenti si può avere un infarto fatale. Un altro problema da affrontare e la scarsità delle risorse del sistema sanitario nazionale per cui il medico deve sfruttare tutte le proprie conoscenze scientifiche per utilizzarle al meglio seguendo alcune regole dettate dalla così detta medicina dell’evidenza. Non serve fare analisi e ricerche a caso seguendo gli imput dei mezzi di informazione. Bisogna seguire le linee guida elaborate dalle società scientifiche internazionali di cui i medici vengono messi a conoscenza con i loro costanti corsi aggiornamento.
Dott. Regolo RICCI