Pidocchi e problemi correlati

(Febbraio 2007)

All’inizio di ogni anno scolastico, molti genitori sono in apprensione per i propri figli. Oltre a dovere affrontare i costi dei libri, degli zaini ed altro, ci sono le preoccupazioni per le nuove esperienze che gli studenti dovranno affrontare sia dal punto di vista delle materie d’insegnamento che per quanto riguarda i rapporti con gli insegnanti e con gli amici.

La sicurezza degli edifici e la situazione igienico sanitaria sono gli altri problemi che destano ansia nei genitori. Tra questi ultimi, il problema che emerge spesso è l’eventuale presenza dei pidocchi, parassiti che infestano la parti del corpo rivestite di peli e determinano la Pediculosi. I pidocchi, al contrario di quanto comunemente si crede, non provengono necessariamente da bambini appartenenti a classi sociali meno privilegiate che potrebbero avere abitudini igieniche non corrette. In effetti, i pidocchi, preferiscono stazionari fra i capelli puliti dove si fissano per nutrirsi quindi non volano, non saltano per spostarsi su un altro ospite. Inoltre, non vengono trasmessi dagli animali che vivono in casa.

I mezzi di trasmissione sono gli indumenti, asciugamani, pettini cappelli sciarpe lenzuola, coperte e cuscini provenienti da persone infettate. La trasmissione può verificarsi con contatti “ravvicinati” tra portatori e soggetti sani. I pidocchi preferiscono albergare sulla testa dei bambini tra i 4 e gli 11 anni con una prevalenza per le femmine che in genere portano capelli più lunghi. La loro presenza si manifesta con prurito alla nuca e dietro le orecchie ma si può estendere anche al collo ed al torace. In queste zone si possono osservare lesioni da grattamento più o meno gravi e la presenza delle lendini che sono degli elementi biancastri, translucidi della grandezza simile alla testa di uno spillo. Sono deposte in numero di 8-10 dalla femmina del pidocchio ed ancorate ad un centimetro di distanza dalla radice del capello. In circa nove giorni maturano e schiudono per dare origine, dopo circa una settimana, alle ninfe che al termine dello sviluppo si trasformeranno in pidocchi. Sui capelli di un individuo che ospita i parassiti, se ne possono individuare raramente più di 10 esemplari. La loro grandezza varia dai 2-3 millimetri del maschio ai 3- 4 della femmina. La loro forma è allungata e sono dotati di 3 paia di zampe che terminano ad uncino. I pidocchi, attaccati al capello possono sopravvivere circa 30 giorni. Non sopravvivono oltre le 48 ore se sono staccati dalla loro fonte di nutrimento. Lo scopo della terapia in caso di pediculosi è quello di fare in modo che i parassiti si stacchino dal capello per privarli del nutrimento e impedirne la riproduzione. La rimozione dei parassiti si può effettuare mediante trattamento farmacologico  con antiparassiti, quali il Malathion o la Parmetrina, o manualmente con l’utilizzo di pettini adatti. Se invece si decide di utilizzare un antiparassitario, esso va applicato la sera, tenuto per una notte e la mattina successiva viene tolto. Il trattamento va ripetuto dopo 6-9 giorni quando schiudono le uova deposte prima dell’inizio della terapia. Se si sceglie il metodo manuale, si procede lavando la parte interessata con una soluzione composta da 100 grammi d’aceto disciolta in un litro d’acqua e poi si passa un pettine con denti fitti, per facilitare il distacco delle lendini. Un prodotto antiparassitario specifico sarà utile anche per disinfestare pettini, spazzole e fermagli contagiati. La rasatura dei capelli non sarà indispensabile. Gli indumenti andranno lavati a parte in acqua ad almeno 60 gradi o a secco. Pupazzi e bambole di pezza dovranno rimanere all’aria aperta per almeno 3 giorni..

Dott. Regolo RICCI