Quasi, quasi mi faccio una PET
(Dicembre 2004)
Qualche mese fa, dopo una giornata particolarmente pesante quasi ad ora di chiusura, si è presentato presso il mio ambulatorio un paziente che, dopo essersi seduto come per raccontarmi i suoi sintomi, ha invece estratto un bigliettino sul quale aveva annotato qualcosa. Ha inforcato gli occhiali e dopo aver letto il proprio appunto con attenzione mi ha chiesto di prescrivergli una PET alla testa. Non nego che in un primo momento sono rimasto sorpreso. Ma che vuole questo signore da me, mi chiedevo, per farsi un pettinata alla testa deve andare dal parrucchiere non certo dal proprio medico. Pertanto gli risposi che poteva andarci tranquillamente a farsi una PET. Dottò , mi disse, me la dovete prescrivere la PET altrimenti non me la fanno senza pagare. In quel momento feci mente locale e mi ricordai che la PET era un particolare esame che serve per fare diagnosi differenziale in alcune malattie importanti e chiesi al paziente come fosse venuto a conoscenza di un esame che comunque si eseguiva solo in centri altamente specialistici. Lui fece riferimento ad una trasmissione televisiva della domenica a sera. Spiegai al paziente che non aveva i sintomi per la cui diagnosi era previsto l’esame da lui richiesto e che in ogni caso sarebbe stato un esame di difficile esecuzione. Il paziente andò via abbastanza tranquillizzato ma forse col dubbio che gli avevo negato una prescrizione. E’ questo uno dei tanti episodi che si verificano giornalmente negli ambulatori dei medici di medicina generale dove sempre più spesso i pazienti si presentano con liste di esami e farmaci da trascrivere e quasi mai per farsi visitare o riferire al proprio medico i sintomi che lo hanno spinto a consultarlo.
Le scienze tecnologiche hanno prodotto fondamentali strumenti per facilitare la diagnosi delle malattie e la loro cura ma hanno inaridito il rapporto medico paziente. Le colpe vanno divise senza dubbio tra operatori sanitari ed utenti; entrambi si sono lasciati un po’ prendere la mano dimenticandosi del rapporto umano che invece deve essere alla base di tutte le cure. E’ anche vero però che i mass-media ci bombardano continuamente di messaggi non sempre appropriati e comprensibili a tutti e che ha volte generano nei più vulnerabili ansia e timori inconsulti per la propria salute. Pertanto il paziente si reca dal proprio medico su consiglio dell’ultima trasmissione televisiva che fa tendenza chiedendo prestazioni che niente hanno a che vedere con i proprio stato di salute. Gli studenti di medicina, tra primi insegnamenti, apprendono che i vari esami devono servire come supporto e non come base per scoprire una malattia. Ogni persona poi ha una storia personale e delle caratteristiche che lo differenziano da tutti gli altri e dovrebbe essere il suo medico, con il proprio bagaglio culturale, dovuto alla sua professionalità ed alla sua esperienza e conoscenza che ha del paziente e del suo ambiente familiare, a proporre cure ed indagini.
Quando insieme ai responsabili di Passaparola abbiamo deciso di pubblicare”Consigli medici …in pillole” l’idea era quella di sollecitare la discussione su argomenti di salute quotidiana e quindi il ricorso al proprio medico per discuterne insieme. I temi sinora trattati e che eventualmente saranno trattati riguarderanno sempre le cose di tutti i giorni, i piccoli dubbi che ci preoccupano per la nostra salute. Tutti sanno che non bisogna eccedere nell’alimentazione, non abusare con l’alcool, con il fumo. Non serve il medico per dire queste cose Basterebbe seguire il consiglio di qualche anziano che ci saprà dire quando è il momento di smettere e di non esagerare. Leggere queste cose però può essere un ulteriore stimolo al rispetto della nostra salute e a quella degli altri. E’ un po’ quello che mi ha testimoniato una signora di Boiano molto anziana ma ancora attenta alla propria salute evidentemente ancora con tanta voglia di vivere. Questa signora, avendo avuto recentemente un problema familiare di alcolismo con esiti abbastanza gravi per la salute di suo figlio mi ha sollecitato a scrivere perché, riferisco le sue parole: ” a me piace leggere di queste argomenti, mi fanno compagnia e l’ho fatto leggere pure a mio figlio che è stato invogliato a prestare più attenzione al proprio stile di vita” .
Si avvicina Natale ed il periodo di festività in cui tutti faremmo qualche trasgressione. Berremo e mangeremo un po’ di più insieme ai nostri familiari le gustose pietanze della nostra tradizione. Ebbene, ben vengano queste giornate di gozzovigliamento generale ed anche in questo caso ricordiamoci degli insegnamenti dei nostri nonni che sapevano quando era il momento di digiunare (te corre ru lupe appriesse) ma anche quando era il momento di farsi un bicchieruccio in più alla salute di chi ce vò bene e di che ce vò male. Se è possibile però ricordiamoci degli effetti che l’alcol e gli eccessi alimentari possono provocare sul nostro organismo e per non essere di danno anche agli altri, se non ci sentiamo in forma non ci mettiamo alla guida delle nostre automobili prima di avere smaltito il frutto delle abbondanti libagioni ed assunzione di cibo in eccesso, passeremo tutti così un Buon Natale e felice anno nuovo.
Dott. Regolo RICCI