Importanza dell’acqua
nell’alimentazione
(da “Prevenzione tumori”
n.8-9 agosto 2003 e n.5 maggio 2004)
Durante
il periodo estivo, si deve incrementare l’assunzione di acqua che, con il caldo
ed il clima afoso, tende ad essere persa dall’organismo e pertanto va
reintegrata. In particolar modo bambini ed anziani, anche se in buone
condizioni di salute, devono bere di più.
Parte I
L’essere
umano e costituito per circa il 65% di acqua che pertanto rappresenta un
costituente essenziale per il mantenimento della vita e nell’organismo umano ed
è l’elemento maggiormente rappresentato. Lo svolgimento di tutti i processi
fisiologici e biochimici del nostro organismo non potrebbero verificarsi senza
la presenza dell’acqua che entra nella struttura di varie sostanze ed agisce da
solvente per la maggior parte dei nutrienti (minerali, vitamine idrosolubili,
aminoacidi ecc.) inoltre, svolge un ruolo essenziale nella digestione,
assorbimento, trasporto ed utilizzazione degli stessi nutrienti.
L’organismo
elimina le scorie con l’acqua che viene
utilizzata anche per mantenere la temperatura corporea, come
lubrificante e con funzioni di ammortizzatore nelle articolazioni. Nei tessuti
mantiene elastica e compatta la pelle e le mucose e garantisce la giusta
consistenza del contenuto intestinale.
Come
tutte le sostanze che compongono il nostro corpo, l’acqua viene persa e
consumata continuamente per cui deve essere continuamente reintegrata mantenendo un giusto equilibrio del
nostro
bilancio idrico. La sete ed il riassorbimento dell’acqua attraverso i reni
rappresentano il principale meccanismo che regola l’equilibrio idrico del
nostro organismo.
In
condizioni normali le perdite giornaliere di acqua nell’individuo adulto si
aggirano intorno a 2-2,5 litri. Queste perdite sono tanto più elevate quanto
più l’individuo e giovane, con un picco nei primi mesi di vita in cui le
perdite di acqua possono raggiungere anche il 15% del peso corporeo.
Quando si hanno perdite eccessive di acqua (disidratazione), il primo sintomo è la secchezza della bocca. Poi, man mano che aumenta lo stato di disidratazione, sia la pelle che le mucose diventano secche e asciutte e compare: senso di affaticamento, mal di testa, arrossamento della pelle, crampi muscolari, perdita di appetito, intolleranza al calore, apatia. Se non si interviene, reidratando opportunamente l’organismo, la sintomatologia può peggiorare con vertigini, nausea e vomito, aumento dei battiti cardiaci, diminuzione del livello di attenzione e di concentrazione, sdoppiamento della visione sino ad avere perdita di conoscenza e rischio di coma.
Parte II
E’
possibile prevenire i gravi rischi della disidratazione seguendo alcune regole
comportamentali quali:
·
Durante lo svolgimento di una modesta attività fisica la sudorazione si
aggira, nella maggior parte delle persone, intorno ai a 1-2 litri per ora. In
casi particolari si può arrivare sino a
4-6 litri l’ora. La sudorazione determina anche perdita di sali minerali
(soprattutto sodio e potassio). Nel caso di attività fisica non agonistica, una
dieta equilibrata e sana, ricca di
frutta, verdura e di acqua, è più che sufficiente a reintegrare i sali persi
Parte III
L’acqua, dunque, è un elemento indispensabile per il nostro organismo e pertanto bisogna sceglierla bene. Oggigiorno c’è l’abitudine di utilizzare sempre più l’acqua imbottigliata nei negozi ma in verità le acque potabili degli acquedotti comunali sono di ottima qualità perché sottoposte a controlli frequenti. Quindi se non ci sono esigenze che derivano da problemi di salute che richiedono l’assunzione di acque particolari, l’acqua di rubinetto si può bere tranquillamente. In ogni caso, visti anche i costi notevoli delle acque in commercio è consigliabile prestare attenzione ai termini che troviamo sulle etichette per imparare a capire cosa si acquista, a prescindere dai messaggi pubblicitari.
Il residuo fisso è quello che rimane facendo
evaporare un litro di acqua a 180° e ci informa sulla quantità di sali minerali
in essa presenti. In base al valore del residuo fisso (R.F.) l’acqua è
classificata:
Una acqua minerale che sgorga in alta quota ha meno rischi di essere contaminata dall’inquinamento delle industrie, discariche, attività agricole; tuttavia vi sono anche delle sorgenti a bassa quota che permettono di captare acqua pulita. Se sull’etichetta non è specificata l’altezza della fonte si può verificare a che temperatura sgorga l’acqua perché, se si parla di 5-7 gradi la fonte è verosimilmente situata ad alta quota; 12-14 gradi indicano una fonte di pianura. L’acqua imbottigliata non è necessariamente minerale. Può essere anche acqua potabile, come quella del rubinetto di casa, oppure, trattata industrialmente per cambiarne composizione e sapore. Secondo le direttive che regolamentano il settore si può avere:
La cosa strana ed inquietante è che in base ad un
decreto del 1992 le acque minerali possono contenere 19 sostanze pericolose in
quantità superiore a quella consentita per l’acqua di rubinetto. Ad esempio: la
percentuale di arsenico ammessa per una bottiglia di acqua minerale è di 200
mcg/litro contro i 50 dell’acqua
potabile; il limite per il cadmio e di 10mcg/litro per l’acqua minerale contro
i 5 per l’acqua potabile, i nitrati sono consentiti fino a 45mcg/litro e nessun
limite per nichel e cromo trivalente.
A volte si può rischiare, quindi, di spendere soldi,
faticare di più per trasportare le pesanti confezioni di acqua minerale quando
si ha a disposizione dell’ottima acqua di rubinetto.
Dott. Regolo Ricci
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